L’Arca (Arche Noah) è il secondo dei quattro drammi teatrali di Guenther Wachsmuth.
Pubblicato nel 1948 e ambientato sul monte Ararat intorno al 2000 d.C., offre la visione di una terza guerra mondiale con uso indiscriminato di armi nucleari, per le quali la Terra geme strangolata a morte.
Tuttavia, in mille arche sull’intera Terra si azzarda un tentativo e, se questo riuscirà, il diluvio non sarà stato invano: un patto nuovo tra uomini e dèi.
L’Arca è un luogo per l’esercizio dell’anima, dove si forgia la spada di Michele e si custodiscono i nuovi rimedi contro l’intromissione delle forze nucleari nella vita.
Tali rimedi derivano da un utilizzo delle forze della vita secondo criteri intelligibili solamente a coloro in cui è volontà di edificare, non di distruggere.
«Infuria la battaglia, e s’avvicina.
Noi chiediamo consiglio per guidare
questa comunità nostra dell’Arca,
come al principio, con lo stesso spirito,
quando ci convocaste.
Piú di uno – avvertiamo – è angosciato,
l’atmosfera è impregnata di potenze ostili,
che dentro l’uomo lottano.
Si sforza la potenza del Doppio,
come un dèmone, a penetrarvi.
Si eleva dall’anima il Drago.
Per respingerlo, fatica aspra
dentro di noi svolge Michele,
il cavaliere, sí che noi possiamo
tenerci sulla via
che c’insegnaste».