"Allor Sinone,
Che per nostra ruina era da noi
E dal fato maligno a ciò serbato,
Accostossi al cavallo,e 'l chiuso ventre
Chetamente gli aperse, e fuor ne trasse
L’occulto agguato. Usciro a l’aura in prima
I primi capi baldanzosi e lieti,
Tutti per una fune a terra scesi:
E fur Tisandro e Stènelo ed Ulisse,
Atamante e Toante e Macaone
E Pirro e Menelao con lo scaltrito
Fabricator di questo inganno, Epeo.
Assalîr la città, che già ne l’ozio
E nel sonno e nel vino era sepolta;
Ancisero le guardie; aprîr le porte;
Miser le schiere congiurate insieme:
E dier forma a l’assalto."
Eneide, libro secondo
Il cavallo di Troia è una macchina da guerra che, secondo la leggenda, fu usata dai greci per espugnare la città di Troia.
Quando fu portato nella città murata, i guerrieri uscirono (a notte fonda quando tutti dormivano) e presero il controllo e aprirono le porte agli ingressi - permettendo ai guerrieri greci che si nascondevano nell'area fuori dalle mura di invadere il città.
Basato su disegni e documenti scritti, questo modello di cavallo di Troia consente di ricreare uno dei racconti più epici dell'antica Grecia, anche se su scala molto più piccola.