Autore: Maria e Matthias Thun
Editore: Notiziario Weleda
Agricoltura biodinamica

Intervista a Maria Thun – Ricerca sulle costellazioni. Un fenomeno dinamico

Ricerca sulle costellazioni UN FENOMENO DINAMICO

Maria Thun, un’anziana signora dell’agricoltura biodinamica, intervistata da Ruedi Wegmann (testo) e Barbara Davatz (foto)

Articolo tratto dal Notiziario Weleda

«PROPRIO LA SETTIMANA SCORSA ABBIAMO AVUTO UNA ECLISSI DI SOLE, anche se nessuno ne ha parlato. Poi, proprio ora, la Luna davanti a Mercurio. L’altro ieri, Venere e Giove in congiunzione, che probabilmente ha portato danni. È proprio cosi, Venere ha schermato l’azione di Giove.»
Maria Thun parte in quarta prima che l’intervista sia regolarmente iniziata. No, non attribuisce nessuna importanza alla eclissi totale di questa estate, che, come massimo avvenimento, ha proiettato la sua ombra sulla Terra, ma al fatto che ogni singolo istante è determinato da una specifica configurazione stellare, dalla posizione del Sole, della Luna e dei pianeti, e dalla loro azione sulla vita terrena. Lo studio e la ricerca di questi influssi, specialmente in relazione ai ritmi cosmici per lo sviluppo della colture, sono la vita di Maria Thun.
Ciò che Maria Thun intenda riferendosi ai danni causati da certe posizioni planetarie, verrà in seguito spiegato da lei stessa con esempi concreti; in decine d’anni ha annotato, fotografato e minuziosamente documentato, i risultati di innumerevoli esperimenti con piante diverse. Per prima cosa però veniamo condotti in salotto. Una scritta sopra la porta, «io ho riscaldato» rivela che l’ambiente caldo e accogliente è stato una volta il fienile della casa contadina. Fuori faceva freddo, quando una sera di febbraio, andammo da Marburg al paese agricolo di Dexbach. Sul ciglio della strada c’era ancora neve. Ora, su una bianca tovaglietta ricamata, ci sono caffè e dolci fatti in casa.
Una graziosa vetrina funge da libreria. Sulla parete sono appesi dipinti ad olio, tutti simili in quanto a stile e per ciò che comunicano. «Sono stati dipinti da mio marito, morto troppo presto». Forse se ne potrebbe individuare il tema in Qui e nell’aldilà. I quadri, formalmente e cromaticamente, indicano relazioni fra materia fisica e forze spirituali.
« Ho conosciuto mio marito nel 1942. Walther era insegnante nella scuola Waldorf di Marburg. Dopo la guerra abbiamo cercato un pezzo di terra da coltivare. A quei tempi era quasi impossibile trovare verdura fresca». Era chiaro che i Thun volevano coltivare il loro orto biodinamicamente, cosa però che, all’inizio, non era affatto facile, poiché non erano ancora disponibili gli speciali preparati biodinamici per il composto e per il letame.
L’incontro con Heinrich Schmidt, che già da tempo applicava il metodo biodinamico, fu loro di guida. «Egli ci raccontò come l’alto insegnamento scientifico nei corsi di formazione agraria derivasse sempre dal pensare, solo dal pensare», così ricorda Maria Thun.
Una volta Heinrich Schmidt durante uno di questi incontri pare abbia raccontato che egli non pensasse con la testa, bensì con le sue forze del cuore, per cui gli venne dato in mano un piccolo libretto di Rudolf Steiner “Educazione pratica del pensiero”, affinché egli imparasse a pensare. «Evidentemente a quei tempi i pensatori conoscevano solo il titolo del libro e non il suo contenuto.»
A questa stessa conclusione pervenne Maria Thun dopo che lei stessa ebbe letto il libro e dopo aver praticato gli esercizi consigliati per le osservazioni, e dopo aver imparato a studiare in modo un po’ diverso ed un po’ più preciso ciò che veramente è: desta percezione dell’ambiente, per giungere, con un confronto retrospettivo, ad un giudizio più sicuro e ad un pensare coerente.
Maria Thun iniziò ad osservare il suo orto. Stesso terreno, stessa rotazione colturale, stessa semente, stesso composto, stesso andamento climatico, ma differente raccolto, differenti qualità e differenti rese. «Siccome le condizioni colturali erano le stesse, la causa di ciò non è quindi da ricercare nello spazio, usiamo questo termine per una volta, è invece da cercare nel tempo», così scrive Maria Thun nel suo libro “Esperienze per l’orto”. Le prime indicazioni di ciò le rileva tramite un calendario delle semine, nel quale, rifacendosi al “Corso sull’agricoltura” di Rudolf Steiner, erano calcolati i giorni di semina favorevoli in relazione al modificarsi delle fasi lunari. In quelli che, secondo il calendario, erano i periodi si semina favorevoli, Maria Thun condusse esperimenti finalizzati.
Con i ravanelli: «Ho preparato una aiuola, tracciato un solco ogni giorno e ho messo in terra una precisa quantità di semi. Inizialmente apparivano chiare differenze, dopo di meno. Seguì una seconda aiuola: di nuovo, all’inizio, grandi differenze, poi non più.
Così imparai già molto dall’inizio: differenze nella crescita e nello sviluppo di singole parti della pianta non dipendono solo dalla modalità di semina, ma anche dal periodo della lavorazione del terreno.» Nella terza serie di esperimenti, Maria Thun ha preparò ogni giorno una nuova striscia di terra, su cui seminava, senza ottenere, secondo lei, nessun risultato in un primo momento interpretabile. Nonostante ciò migliorò subito il metodo: ogni volta raccolse la metà dei ravanelli allo stadio di maturità commerciale, lasciando stare l’altra metà. « Ora le differenze vengono ancor più differenziate, poiché analizzo tanto l’ingrossamento della radice e le foglie, quanto i fiori ed i semi. Se poi seminassi una serie completa di ogni varietà singolarmente, il quadro diventerebbe, giorno dopo giorno, sempre più ricco.»
Maria Thun ha individuato quattro tipologie vegetali: quella dei ravanelli, che formano radici turgescenti; quella con radici piccole e foglie forti; quella delle piante che vanno velocemente in fiore; quella frutto e seme, che sviluppa una grande quantità di semi. Nella ricerca delle cause delle diverse azioni chiaramente rilevabili, Maria Thun fece particolarmente attenzione alle dodici costellazioni, lungo le quali il Sole transita nel corso dell’anno.
A seconda della posizione del Sole, della Luna e dei pianeti davanti allo zodiaco, le costellazioni mediano impulsi specifici che la pianta rende visibili nella sua forma.
L’osservazione dei fenomeni corrispondenti portò Maria Thun ad una conoscenza empirica, che man mano andò affinandosi, dalle opposizioni planetarie ai trigoni, fino alle congiunzioni: eclissi e coperture, con il loro influsso negativo per la semina e la raccolta.
La meticolosa ricerca delle influenze delle costellazioni celesti sulle piante e sul terreno, e il continuo pervenire a conclusioni sempre più precise per la pratica agricola, sono un’opera che anche dopo oltre quarant’anni di incessante lavoro non può in nessun modo essere considerata conclusa.
«Saturno impiega trent’anni per girare intorno al sole, per cui ora riusciamo ad osservare per una volta il secondo periodo. Urano invece impiega 84 anni, oltre il limite di una esistenza umana.»
Maria Thun, quasi ottantenne, considera il suo lavoro come una missione. Lei la assolve con irriducibile impegno. I Thun, chiama così la diversificata struttura familiare, vivono a Dexbach e da lì sono attivi come impresa autonoma. Il figlio Matthias lavora con lei dal 1972, come prezioso collaboratore, nel lavoro pratico dei 5 ha destinati alla ricerca, ed anche nel lavoro redazionale: insieme a sua moglie dirige la squadra che realizza, in proprio, i numerosissimi libri di Maria Thun.
A ciò si aggiungono i giorni di semina, ossia il “Calendario delle semine” che, studiato con la massima esattezza per ogni anno, con ricchezza di suggerimenti e di consigli per il lavoro agricolo, viene tradotto in oltre venti lingue e venduto in tutto il mondo. I giorni di semina accompagnano innumerevoli agricoltori ed orticoltori in tutto il corso dell’anno.
Il nipote di Maria Thun, Nicolai, ha realizzato un laboratorio di ricerca interno. «Partendo dalle indicazioni di Steiner, che le forze del cosmo agiscono attraverso la sostanza della Terra, iniziai dal fatto che i ritmi cosmici avrebbero potuto essere seguiti nelle sostanze formate dalle piante», ricordò Maria Thun.
Per ciò abbiamo condotto incessantemente numerose analisi. Fatte fare, per molto denaro, ma non sempre con noi d’accordo o secondo le nostre indicazioni. Nikolai segue ora tutto questo.» Le analisi di sostanze alimentari come proteine, lipidi, carboidrati, permettono conclusioni concrete sulle relazioni e sull’azione del cosmo.
Nel procedere del lavoro di ricerca diventava sempre più evidente una legge fondamentale: le costellazioni dello zodiaco influenzano la crescita delle piante. Esse agiscono attraverso il Sole, la Luna ed i pianeti, che mettono a disposizione delle piante le loro forze tramite gli elementi calore, luce/aria, acqua e terra. Matthias Thun è più preciso: «si dovrebbe persino affermare che il cosmo non agisce sulla pianta, ma sul terreno.»
Questo ci riporta alle prime esperienze di Maria Thun con le sperimentazioni con i ravanelli e sottolinea come sia importante in biodinamica la lavorazione del terreno. Ora è il turno di Maria Thun ad essere più precisa: «Non dipende solo se e come lavoriamo il terreno, ma soprattutto quando. Con la zappatura il terreno viene aperto agli impulsi cosmici, e per questo la eseguiamo anche in accordo a ritmi ben precisi.
Ciò che noi seminiamo in un giorno di radici, sarà poi lavorato con la zappa nel giorno di radici successivo. Questo vale in modo analogo anche per le coltivazioni che vengono seminate e poi lavorate nei giorni di frutti, di foglie e di fiori.
Per mezzo della zappatura arriva molto finemente nella terra lo stesso impulso, come nel giorno della semina, ed aumenta lo sviluppo della parte vegetale voluta.» L’utilizzo dei preparati biodinamici per il composto e quelli da spruzzo, rende le attività in agricoltura ancora più complicate? «A questo riguardo abbiamo condotto, in diverse località, esperimenti continui», racconta Maria Thun, «come per ogni cosa che noi cerchiamo: qui a Dexbach, a Sylt, in una fattoria della brughiera di Luneburgo, in Scandinavia, in Russia, nelle regioni meridionali, quale l’Egitto. Per esempio sul letame bovino: lo stesso foraggio, la stessa gente, che accudisce agli animali.
Compostare e preparare il letame senza indugio, e di nuovo lo stesso il giorno successivo. Il risultato è che i preparati biodinamici interiorizzano delle qualità differenziate. Io ritengo che il letame, nel preciso momento in cui abbandona il corpo dell’aninale, accoglie in sé l’azione delle costellazioni cosmiche presenti in quel momento. Secondo la mia esperienza, questi ritmi sono attivi in tutto il mondo vivente.» In quale occasione vanno poi impiegati i preparati? «Tutto è stato verificato in tutte le varianti ed in centinaia di ripetizioni: semine a confronto con o senza cornoletame, e ancora con cornoletame seguito poi da cornosilice. Il risultato esprime in generale che, nella semina e nell’uso in un momento favorevole, i preparati apportano miglioramenti, quando invece i ritmi agiscono sfavorvolmente essi influiscono ancor più negativamente.» Un aspetto ulteriore, che riguarda la concimazione del terreno, è pure di grande significato: «Solo se usiamo composto ben maturo, i ritmi entrano in azione.
Ciò che giunge alla terra in modo non trasformato, sostanze animali come corna, ossa e pelo, ostacolano gli influssi dello zodiaco. In questo caso arrivano per lo più i ritmi lunari.» Indossiamo giacche calde e abbandoniamo la casa sul lato opposto alla strada del villaggio.

È già scuro. Matthias Thun apre la porta di uno dei capannoni lì allineati. Un delicato, in qualche modo conosciuto odore pervade l’ambiente. Sullo scaffale alla parete una fila di bottiglie di vetro; i colori come anche le quantità dei liquidi bruno-dorati contenuti si distinguono appena l’uno dall’altro. «Qui un collaboratore fa delle ricerche con olio di lino, che estrae in momenti differenti.» Un’altra delle quasi illimitate sfaccettature del lavoro di ricerca dei Thun: il momento della lavorazione del terreno, alla semina, durante lo sviluppo vegetativo, alla raccolta, influisce anche sulla qualità e sulla durata dei prodotti alimentari? Di fronte, Maria Thun, ha acceso la luce all’interno di una serra. Sono allineati piccoli contenitori di argilla. Evidentemente sempre la stessa pianta, germogli di segale in vari stadi di crescita, forse con differenti proprietà. La stessa costellazione non si ripresenta mai in modo assolutamente identico. Per questo motivo i Thun, di fatto, possono presentare sempre solo ipotesi sui risultati da loro attesi. «Questo rende così difficile e veramente impossibile, voler applicare schemi fissi. Il lavoro scientifico che si sviluppa deve orientarsi apertamente a ciò che è in relazione con l’intero organismo del cosmo, ossia la vita.» Ciò non esclude precisissimi esperimenti con i metodi delle scienze naturali.
 Anzi: «Se nei periodi di semina noi fissiamo, con orari precisi, quando è possibile fare qualche cosa, non sono ipotesi ma considerazioni che si basano su risultati di situazioni confrontabili. Perciò portiamo avanti le così dette prove orarie con certe costellazioni, quando per esempio due pianeti sono in opposizione o in congiunzione: seminiamo ogni ora, e la crescita e, in seguito, la capacità riproduttiva, ci indicano molto chiaramente in quale lasso di tempo è attivo l’influsso di una data costellazione. Matthias Thun torna a ribadire ancora il concetto che non sono importanti solo le reazioni delle piante. «Se eseguo l’aratura invernale ed osservo soltanto un unico giorno il terreno, potrei credere di non avere mai avuto così tanti lombrichi come quest’anno. Il giorno dopo non è più così. Il motivo: lassù qualche cosa è cambiato.» Egli compie così un movimento col braccio in direzione del cielo. « Nei giorni di radice i lombrichi sono molto in superficie, nei giorni di foglie strisciano perfino all’esterno. Nei giorni di fiori e frutti, invece, spariscono nel terreno, fino a un metro di profondità.» Tutte queste esperienze confluiscono nell’opera dei Thun, confermano le conoscenze fin qui conquistate sul significato dei trigoni o pongono nuove domande sulle costellazioni che cambiando agiscono sostenendo o mitigando una tendenza. Al pianterreno del grande fienile c’è un grande tavolo, intorno al quale, nella stagione calda, si incontrano a pranzo tutti i collaboratori. Durante la stagione agricola, numerosi collaboratori, praticanti e studenti, giungono all’azienda delle tre generazioni della famiglia Thun per fare esperienza di ricerca.
Maria Thun spesso cucina per tutti. «Ci facciamo da soli anche il pane.» Un affresco sulla parete posteriore risalta delicatamente: la dea Demetra, affiancata dagli esseri elementari della terra e da giovani donne che portano sulle braccia il cereale raccolto. Dipinto da Walther Thun. Dai piani superiori sono stati ricavati ambienti per il lavoro e per la conduzione di seminari: nell’azienda dei Thun hanno regolarmente luogo corsi e conferenze. Il campo d’azione di Maria Thun non si limita unicamente a Dexbach. Tanto per questioni di ricerca, quanto come consulente e conferenziera, l’anziana signora, sprizzante di vitalità, è sempre in giro. Prossimamente si recherà in visita all’azienda agricola Sekem-Farm in Egitto, successivamente andrà in Siberia.
Da decenni è strettamente legata a persone dell’Europa dell’Est e della ex Unione Sovietica. «Le domande e le prospettive, che dipendono dalla gestione biodinamica, sono lì di immediata e vitale importanza. Lì è possibile sviluppare un lavoro veramente utile, pionieristico. È quello di cui ha bisogno l’impulso iniziale di Steiner per potersi ampliare sul serio.» Prima di tornare nella calda e accogliente sala, Maria Thun si ferma fuori sul cortile. Il suo sguardo vaga sù per le immensità del cielo buio.
«Avete visto ieri, l’altro ieri, questa congiunzione tra Venere e Giove? Proprio in questo momento Venere sta passando dalla costellazione dell’Acquario a quella dei Pesci. Ancora una volta è apparsa in modo particolarmente luminoso: l’Acquario, come Venere, agisce sulle forze di luce. Si sostengono reciprocamente. In modo visibile, addirittura misurabile.» Per Maria Thun il cielo notturno non è un cielo di stelle disposto a caso. Lei li conosce i suoi pianeti. Maria Thun sa chi c’è in quel posto, chi sta andando in quella direzione, chi influisce su questo o su quello. Il cosmo fa parte della nostra vita, oppure, la nostra vita appartiene al cosmo.