Quando è avvenuto il suo primo incontro con la medicina antroposofica?
Erano gli anni ’50 e i miei figli, che all’incirca avevano 4 anni, soffrivano di raffreddore da fieno. Il medico che li aveva in cura, mi disse che il metodo tradizionale sarebbe stato troppo invasivo, essendo loro così piccoli, e mi consigliò di rivolgermi al Dottor Bargero. Egli divenne così medico dei miei figli ma non il mio. Un giorno però mi ritrovai ad avere un fastidioso problema di salute. Mi rivolsi ad un medico specialista, amico di famiglia, e mi disse che sarebbe stato necessario intervenire chirurgicamente. Fissai quindi la data dell’intervento alla Clinica Madonnina di Milano. Nel frattempo parlai di questo mio problema anche al Dottor Bargero, il quale mi chiese di aspettare 20 giorni e mi prescrisse una terapia da seguire. Guarii perfettamente e non feci più l’intervento. Fu allora che iniziai a curarmi con l’omeopatia. Oggi tutta la mia famiglia, nipoti compresi, si cura in questo modo.
C’è chi sostiene che questo tipo di medicine possono essere prese solo quando si è sani perché in caso di malattie acute sono “solo acqua fresca”. Lei cosa dice a riguardo?
È ovvio che se ci sono delle malattie gravi che necessitano il supporto di medicine tradizionali, è giusto prenderle; io stessa ho assunto antibiotici, ma mi è capitato molto raramente. Ho avuto il cancro per sei volte e per sei volte l’ho sconfitto senza sottopormi a chemioterapia, ma curandomi con il Vischio che è un preparato della medicina non convenzionale di consolidata tradizione europea. Questo medicinale in vari paesi come in Svizzera, Germania, Austria e Svezia viene pagato dalla mutua; in Italia non solo non è passato dalla mutua, ma sono pochissimi gli oncologi che lo consigliano e prescrivono, tra questi vi è, per esempio, il Professor Berrino. Inoltre con mio grande rammarico ho potuto constatare che si trovano sempre meno medicinali non convenzionali, compresi quelli Weleda, non solo in Italia ma anche all’estero. Penso che in parte sia dovuto anche alle norme previste dalla direttiva comunitaria che pretendono di applicare gli stessi paradigmi tecnico- scientifici propri della medicina convenzionale, anche all’omeopatia e alla medicina antroposofica non capendo che sono due approcci terapeutici completamente diversi da quelli tradizionali. Si pensa che, ad esempio, i preparati dinamizzati non siano efficaci poiché non vi è traccia del principio attivo: questo perché vengono analizzati solo da un punto di vista scientifico non prendendo in considerazione, invece, la forza vitale insita nel prodotto. Io ho dato molti soldi alla ricerca sul cancro alla ne degli anni 60, ma non è mai stata esaudita la mia richiesta di fare degli studi sui diversi metodi di coltivazione (biologico, biodinamico, chimico e naturale) affinché si potesse vedere la qualità delle sostanze chimiche velenose di use nel terreno, nelle acque e nell’aria e che poi inevitabilmente vanno ad attaccare l’organismo.
A chi le dicesse che medicina antroposofica, l’omeopatia e la biodinamica sono delle “stregonerie”, cosa si sente di rispondere?
Risponderei che in realtà questo tipo di preparati, omeopatici ed antroposofici, sono un ottimo strumento a disposizione del medico che può far così scoprire al paziente le capacità di autoguarigione dell’organismo. Sono un impulso vitale! Per questo bisognerebbe dare pari opportunità di ricerca e stanziare dei fondi sia per questo tipo di medicina sia per la biodinamica. Inoltre inviterei queste persone a vedere come coltiviamo la terra, ad assaggiare i nostri prodotti, a sentire il sapore e l’odore dei ori che davvero hanno un profumo, cosa che al giorno d’oggi sembra essere una rarità. Il grande nemico sono le multinazionali e la gente che non vuole fare lo sforzo di capire questo nuovo modo di curarsi. Bisognerebbe pensare prima a costruirsi un buono stato di salute e non aspettare di stare male per curarsi; ma affinché questo avvenga deve esserci prima una presa di coscienza da parte delle persone.
Vuole lanciare un appello?
Lo Stato Italiano e il Ministero della Salute, ovvero la Lorenzin, devono stanziare dei soldi per la ricerca per questo tipo di medicine e, soprattutto, devono farlo senza pregiudizi, ma armati da uno spirito di verità. E la ricerca dovrebbe partire dalle coltivazioni perché sono queste che possono dare sostanze più o meno vitali e più o meno velenose all’individuo.
Come ultima cosa, avremmo una piccola curiosità da chiederle: ha un’abitudine salutogenetica che vuole raccontarci?
Ho numerosi rapporti umani e frequento il mondo dell’arte, inoltre ho un cane lupo che dorme in camera mia. Bevo molte tisane e le diversi co a seconda delle ore del giorno. Mangio cibi biologici e biodinamici, possibilmente integrali. Cerco anche di camminare molto e appena posso scappo da Milano a respirare un po’ di aria pura. E a proposito di respirazione, trovo che quella yogica sia fantastica!