Le giornate sono diventate molto più corte, l’oscurità sta avanzando, si vedono i profili dei rami degli alberi privi ormai di foglie.
Ci divertiamo a fare delle lanterne per illuminare le tenebre.
Possiamo anche dipingerle, o attaccare dei pezzettini di carta velina sopra un palloncino gonfiato, o ritagliare le sagome di sole, luna e stelle da un cartoncino blu scuro, applicandovi poi dietro della carta velina colorata.
Costruire la propria lanterna è un divertimento meraviglioso.
Sul tavolo della stanza vi sono delle torce ricavate da rape svuotate con dei coltelli. Vi ritagliamo un sole, una luna e delle stelle, poi cantiamo le canzoni delle lanterne.
Alcuni iniziano a fare delle aste di legno per portare le lanterne.
I bambini sono molto presi da queste attività, che implicano molti giorni di lavoro. È bene costruire lanterne semplici, per potersi gustare i momenti che si trascorrono fabbricandole senza bisogno di correre per riuscire a finirle in tempo.
La fiamma della lanterna non è esposta, ma protetta all’interno.
Vogliamo avere una calda luce interiore da accendere.
San Martino sentiva dentro di sé una luce interiore così forte che, incontrando in una fredda notte d’inverno un mendicante infreddolito alle porte della città, si offrì di condividere con lui il suo mantello.
Un’antica leggenda racconta la sua storia.
La leggenda di san Martino
Una compagnia di cavalieri stava cavalcando al servizio dell’Imperatore per le strade di Francia, in direzione di Amiens.
Venivano dall’Italia per dare il cambio alla guardia.
Mentre cavalcavano, cominciò a piovere, ed era così freddo che la pioggia congelò e diventò ghiaccio, rendendo le strade scivolose.
I compagni di Martino incitavano i loro cavalli con la frusta, ma Martino non frustava il suo perché non voleva che cadesse. Il cavallo lo aveva servito bene per tanto tempo. Raggiunse la porta della città, ma il cavallo rifiutò di passarla, arrestandosi improvvisamente fuori dalle mura della città.
Martino vide un povero mendicante seduto davanti al muro, tutto infreddolito. Scese da cavallo e con la sua spada tagliò in due il suo mantello, senza esitazioni, offrendone poi metà al mendicante. Quindi risalì a cavallo ed entrò in città.
Quando più tardi Martino incontrò i suoi compagni in un’osteria, essi lo derisero e lo presero in giro. Ma nella notte, mentre Martino dormiva, apparve dietro di lui una figura splendente con indosso il suo mantello, che gli disse: “E’ me che hai aiutato”. Era Gesù.
Martino non dimenticò mai questa esperienza e decise che, da allora in poi, avrebbe servito un Signore più potente dell’Imperatore.
La Festa delle Lanterne inizia circa alle quattro del pomeriggio.
Ci raccogliamo dentro una stanza per uno spettacolo di marionette, la bambina con la lanterna che porta la sua luce agli animali nella foresta e agli esseri umani (anche “la pioggia di stelle” dei fratelli Grimm è una fiaba che si presta per questa occasione).
Ad una ad una, vengono accese le lanterne, poste in cerchio al centro della stanza, formando un insieme molto suggestivo.
Nella stanza non vi sono altre luci.
Poi i genitori camminano insieme con i loro bambini, in una lunga processione di lanterne, guidati dal lampionaio avvolto in un grosso mantello di lana, che porta una vecchia lanterna da stalla.
Tutti si uniscono ai canti, mentre camminiamo: i canti si intitolano, per esempio, La lanterna, oppure San Martino cavaliere.
Scegliamo una strada senza traffico, un sentiero tra i campi o attraverso il bosco.
Al ritorno all’asilo, ci raccogliamo intorno ad un albero nel cortile, e il lampionaio va da un partecipante all’altro, stringendo la mano a tutti. Può chiedere ai bambini di reggere il suo bastone e la sua lanterna, cosa che molti di essi non vedono l’ora di fare.
Quindi distribuisce i dolci di san Martino (biscotti a forma di sole, luna e stelle), uno per ogni bambino.
Alla fine cantiamo di nuovo La lanterna, mentre i genitori formano con le braccia un ponte che riempie tutto il cortile.
Poi, i bambini passano sotto il ponte con le loro lanterne, si dirigono fuori dalla porta e ritornano a casa.