Autore: Luciano Balduino
Pedagogia

La scuola, un organismo vivente. Il ruolo dei genitori nella scuola steineriana

La scuola, quale istituzione sia pubblica che privata nella pratica corrente è considerata come un’entità chiusa in se stessa, comprendente nel suo ambito solo e soltanto i soggetti direttamente coinvolti nel processo di insegnamento: alunni ed insegnanti. La famiglia, che le affida i figli, vive al di fuori di essa ed estranea alle sue problematiche gestionali ed alle vicende interne. Salvo eventualmente a comparire con azioni di protesta nel caso siano disattese le sue aspettative. Col pagamento del contributo pecuniario dovuto (retta scolastica o tasse, se trattasi di scuola pubblica) la famiglia considera assolto ogni suo impegno nei confronti della istituzione scolastica.
La concezione steineriana considera invece la scuola un istituto che, per il fatto stesso che ad esso vengano affidati bimbi ed adolescenti da istruire, deve necessariamente vedere intimamente coinvolte nella sua vita anche le loro rispettive famiglie.
Se è vero che per il funzionamento di una attività scolastica sono direttamente impegnati in primo luogo gli insegnanti e poi anche i gestori che si occupano di tutte quelle incombenze che rendono possibile lo svolgimento dell’attività stessa, è altrettanto vero che, siccome questa attività è diretta verso bimbi ed adolescenti, il miglior risultato è raggiungibile solo attraverso la partecipazione delle rispettive famiglie alla vita della scuola ed alle sue problematiche.
La concezione steineriana considera un istituto scolastico un vero e proprio organismo. Esso è completo e VITALE solo se sono presenti e coinvolti (ognuno con un proprio ruolo specifico) tutti coloro che, per un verso o un altro, hanno in esso qualche interesse: insegnanti, gestori, famiglie degli alunni.
In quanto esplicazione di una attività prettamente umana, dedita alla formazione psichica ed intellettuale di esseri umani in via di crescita, la visione steineriana riconosce che un organismo scolastico adempirà meglio ai suoi scopi se viene strutturato intimamente come lo stesso organismo umano, cioè triarticolato.
Il concetto della ripartizione in tre arti fondamentali (triarticolazione) di un organismo umano nasce dalla constatazione che i vari organi e funzioni sono tutti raggruppabili in tre sistemi fondamentali e differenti:

– il sistema della testa e dei nervi (organo del pensare)

– il sistema ritmico circolazione, respirazione (organo del sentire)

– il sistema del ricambio e delle membra (organo del volere).

Muovendo da questa visione possiamo raffigurarci l’intero organismo scolastico triarticolato come costituito da una mente (il collegio degli insegnanti), da un cuore (il consiglio di amministrazione), dalle membra (l’assieme dei genitori).
Egualmente partendo da una diversa immagine, che da un altro punto di vista descrive l’intero essere umano (sempre triarticolato) costituito da corpo, anima e spirito, possiamo attribuire una analoga rappresentazione alle tre componenti formanti l’intera entità scolastica e cioè:

– lo spirito, rappresentato dal corpo insegnante, da cui emanano, oltre alla attività educativa, i principi che ispirano tutto l’operare della scuola, le sue mete, le vie da percorrere. Ad esso e ad esso soltanto spettano ogni scelta di tipo pedagogico, dai programmi e metodi di studio, alla valutazione dei singoli insegnanti e degli allievi.

– l’anima, rappresentata dalla direzione amministrativa, emanata dall’associazione che rappresenta giuridicamente la scuola e che ha espressamente compiti gestionali. Essa, quale cuore pulsante della scuola, accoglie dai fruitori dei suoi servizi (genitori) le sostanze materiali vitali (denaro) e , secondo le esigenze, piani e programmi di lavoro, le fa fluire nelle varie attività della scuola stessa per il loro espletamento. Ad essa compete ogni scelta inerente la gestione, la promozione e sviluppo della scuola.

– il corpo, rappresentato dall’assieme dei genitori. Esso, in quanto fondamento basilare su cui si poggia l’intero “edificio” scolastico (in altri termini il corpo entro il quale ed in funzione del quale si esplica l’attività dell’anima e dello spirito) deve fungere da vero e proprio sostegno morale e materiale della scuola stessa. Esso deve costituire una base sicura e tranquilla sulla quale, con tutta la serenità che è necessaria per tali compiti, l’anima e lo spirito (amministratori ed insegnanti) possano adempiere alle loro importanti e delicatissime mansioni.

Serenità che deriva da quella corrente di “fiducia” che dai genitori vuole scorrere su verso amministratori ed insegnanti. Fiducia che è indispensabile affinché, chi è preposto ad un lavoro, possa svolgerlo nel migliore dei modi. Fiducia che certamente meritano coloro che, con tanto amore, dedizione e spirito di sacrificio, danno tutto di se stessi per l’educazione dei bimbi loro affidati.
E ancora serenità fondata sulla certezza che, in ogni evento o difficoltà, i genitori non mancheranno di essere presenti con la loro operosità e contributo per mantenere in esistenza e vitale la scuola dei loro figli.
Poiché in definitiva tutto ciò che si compie, le condizioni in cui tutta l’attività viene svolta, i fasti ed i nefasti vanno ad influire e con inaudita forza sui bimbi ed adolescenti che sono il vero centro di tutto e l’unico scopo del complesso organismo scolastico. Ed i bimbi, gli adolescenti sono i primi a risentire di quanto avviene nella scuola ed a portarne i segni.

Esattamente come nell’organismo umano, sul cui modello la scuola steineriana è strutturata, ognuno dei tre sistemi è e deve essere del tutto AUTONOMO ed INDIPENDENTE nella esplicazione delle sue funzioni. Esse tuttavia sono e debbono essere in ogni momento strettissimamente INTERCONNESSE le une con le altre.
Di conseguenza, se la funzione di un sistema evade dal proprio ambito e cerca di interferire o sovrapporsi ad un altro, si instaura un processo di malattia. Analogamente, se viene meno l’interconnessione fra i sistemi od uno di essi si rende latitante, l’organismo si ammala. L’abbandono o il distacco poi di un sistema dagli altri conduce alla morte dell’intero organismo.

Come si evince da quanto precede, a differenza di ogni altro tipo di istituzione scolastica pubblica o privata che non contempla la partecipazione diretta dei genitori alle vicende interne, quella steineriana attribuisce loro un importantissimo ruolo di sostegno, morale e materiale, in collaborazione con amministratori ed insegnanti e con piena compartecipazione alle varie problematiche.
Se ancora si considera che del resto l’intero processo dell’educazione è ripartito equamente fra la famiglia e la scuola ognuna con compiti diversi, ma ben definiti appare ovvio che il risultato dipenderà dall’affiatamento che sarà stato instaurato fra scuola e famiglie, oltre che dalla partecipazione di tutti, ognuno secondo i propri ruoli e competenze, alle problematiche della vita scolastica.
In quanto la scuola steineriana, seppur privata, non si presenta come una impresa di capitali facente capo ad una “proprietà”, ma è a tutti gli effetti una vera e propria comunità, triarticolata in sistemi aventi ognuno un compito specifico, compete ai partecipanti ed in modo particolare ai fruitori dei suoi servizi la copertura dell’intero onere dei costi di gestione. Questo avverrà normalmente attraverso contribuzioni dirette, ma, qualora esse non risultassero sufficienti, sarà compito morale dei partecipanti di adoperarsi per ottenere contributi da terzi, sotto le forme più svariate: donazioni, sottoscrizioni, vendite di beneficenza (ad esempio “il bazar”), attività remunerate od altro.
Solo con la cooperazione di tutti, in un clima di serena armonia, di fiducia spontanea, scevra da riserve e quindi in un clima di aiuto reciproco in vista di un risultato che se conseguito costituisce un bene per tutti, la scuola è vitale, prosperosa e portatrice di ricchezza interiore per i bimbi, per i genitori.

Luciano Balduino

Articolo tratto dalla rivista Mercurio, il notiziario dell’Associazione Pedagogica Steineriana di Torino di via Giordano Bruno 3