San Martino
Perchè la lanterna è simbolo di San Martino?
Un simbolo di questa festa è lavorare con la luce delle lanterne, il modo tradizionale di celebrare San Martino è con passeggiate o processioni con le lanterne, accompagnate da canti.
San Martino riconobbe la scintilla divina nel povero uomo di Amiens e gli diede la protezione del proprio mantello. Quando creiamo una lanterna di carta, anche noi possiamo sentire che stiamo dando protezione alla nostra piccola "fiamma" che stava iniziando a risplendere da San Michele, così che possiamo portarla in sicurezza attraverso il mondo oscuro. Potrebbe essere solo una luce piccola e fragile, ma ogni luce porta sollievo all'oscurità.
l significato della festa di San Martino
La data cade a quarantadue giorni dalla prima festa e a quarantatré dalla seconda.
Ma cosa ci sussurra, nel cuore dell’autunno, questa particolare
ricorrenza che ci regala ogni anno un rinnovato calore atmosferico tanto
da definire il momento in cui cade estate di San Martino?
Nella
vita di Martino avvenne un episodio che gli cambiò la vita, che
l’iconografia lungo i secoli ha testimoniato e di cui da secoli si
narra: nel rigido inverno del 335 incontrò un mendicante infreddolito e a
lui donò metà del suo mantello militare perché potesse riscaldarsi. A
quel gesto seguì un sogno grazie al quale Martino vide nel mendicante
il Cristo Gesù rivestito della metà del suo mantello. Udì Gesù dire ai
suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato,
egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era
integro. Il sogno ebbe un tale impatto su Martino che egli, già
catecumeno, venne battezzato la Pasqua seguente e divenne cristiano.
Il calore dell’estate ormai è lontano, le giornate si sono di molto
accorciate e ancora continueranno a farlo. La prima parte dell’autunno
che ci ha regalato i frutti maturi dell’estate e il variopinto mondo di
colori delle foglie cadenti si congeda per entrare sempre più
profondamente nell’oscurità delle giornate che si accorciano e si
raffreddano.
Le condizioni stagionali portano gli esseri umani a
ritirarsi nella propria interiorità che rischia di non essere
sufficientemente preparata a reggere il propagarsi dell’oscurità,
permettendo così alla dimensione corporea di prendere il sopravvento
portando peso e sofferenza fin nel fisico. L’addormentarsi del mondo
della natura, il suo morire per rinascere a primavera diventano una
prova per l’anima degli uomini che sono chiamati a risvegliare in sé la
propria dimensione spirituale.
Il periodo che va dalla festa di San Michele alla festa del Natale
diventa ogni anno occasione per sperimentare nel cammino interiore la
nostra natura sovrasensibile grazie alle forze di luce di Michele che al
nostro fianco ci sostiene nella lotta con il drago che dall’oscurità
dell’inconscio ci minaccia. Ed è proprio grazie al rafforzamento delle
facoltà dell’anima che possiamo giungere preparati al Mistero del
Natale, quando nasce nella povera stalla il Divino Bambino, e vivere
come esperienza interiore la nascita del Sole spirituale che trova nel
solstizio d’inverno la propria espressione macrocosmica.
In questo
particolare momento dell’anno, dunque, giunge da San Martino un gesto
indicatore: nella libertà rinunciare ad una parte di sé per accogliere
nello spirito di condivisione l’altro.
Questo è viatico per incontrare Gesù a Natale, per incontrare
l’Essere divino che si è unito alla Terra per salvare l’umanità.
Quell’umanità che ogni uomo può far vivere in sé se rinuncia al proprio
egoismo.
L’estate di San Martino ogni anno ci ricorda il calore del
cuore come indispensabile via al Cristo, con il sostegno delle forze
di luce che Michele ci dona accompagnandoci al Natale.
Articolo tratto da:
www.scuolawaldorf.org/il-significato-della-festa-di-san-martino/