Al cuore di questa analisi dello stato dell’adolescenza contemporanea emerge un quadro toccante di ciò che l’infanzia rappresentava un tempo e di ciò che potrebbe tornare a essere, se gli adulti fossero disposti ad affrontare il danno che i telefoni cellulari stanno infliggendo alle giovani generazioni.
L’Autore e la Sua Tesi
Jonathan Haidt, professore di Leadership Etica alla New York University, psicologo sociale di fama internazionale e autore del bestseller La Generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli (Rizzoli), presenta in questo studio una condanna severa della negligenza politica, genitoriale e aziendale che caratterizza la nostra epoca. Autore di numerosi libri che hanno esplorato gli stati mentali sempre più fragili degli adolescenti contemporanei, Haidt porta avanti una tesi tanto semplice quanto allarmante.
La Generazione Z – i nati dopo il 1995 – sono diventati i “soggetti di test” involontari di un nuovo modello di crescita. Per la prima volta nella storia umana, un’intera generazione ha attraversato la pubertà online, occupando uno spazio “lontano dal mondo reale”. Si tratta di un esperimento sociale su scala globale il cui epicentro è rappresentato da una relazione inedita: quella tra bambino e smartphone.
Le Conseguenze del Grande Ricablaggio
Haidt definisce questo fenomeno “Il Grande Ricablaggio”, una trasformazione monumentale avvenuta tra il 2010 e il 2015 che ha letteralmente “ricablato” i cervelli della Generazione Z attraverso l’esposizione costante al mondo digitale. Le conseguenze di questo processo sono devastanti e misurabili:
I Numeri della Crisi
- Il 46% degli adolescenti dichiara di essere online “quasi costantemente”
- Le diagnosi di ansia tra i 18-25enni negli USA sono aumentate del 92% dal 2010
- Quasi il 40% delle ragazze adolescenti nel Regno Unito che trascorrono oltre cinque ore al giorno sui social media sono state diagnosticate come clinicamente depresse
- In questo gruppo, l’autolesionismo è triplicato
- I tassi di suicidio per ragazzi e ragazze di 10-14 anni sono aumentati rispettivamente del 92% e 167%
L’Infanzia Perduta: Dal Gioco al Telefono
L’”infanzia basata sul telefono” ha sostituito quella tradizionale basata sul gioco, creando una generazione che dorme meno, gioca meno con gli amici, conversa meno con gli adulti e legge meno libri rispetto alle generazioni precedenti.
Nel frattempo, i giganti tecnologici della Silicon Valley continuano a generare profitti miliardari progettando “cicli di feedback di validazione sociale” che sfruttano, nelle parole di Sean Parker (primo presidente di Facebook), “una vulnerabilità nella psicologia umana”, mantenendoci dipendenti dai colpi di dopamina derivanti da “mi piace” e “retweet”.
Il Paradosso della Protezione
Un dato particolarmente significativo emerge dall’analisi di Haidt: i dirigenti senior di Meta, Google, Apple e Microsoft mandano i propri figli a scuole come la Waldorf School of the Peninsula, che vieta completamente l’uso della tecnologia.
Ma c’è un paradosso ancora più profondo. Dagli anni ’80, i bambini sono diventati sempre più incapaci di correre rischi fisici attraverso il gioco libero, le passeggiate autonome o l’esplorazione indipendente. Il “pericolo dello sconosciuto” e una comprensibile cautela verso i rischi del traffico hanno portato a parchi giochi eccessivamente sicuri, tempi di gioco supervisionati e la sostanziale eliminazione di ogni forma di indipendenza fisica.
Il risultato è tragico: il mondo reale non è mai stato più regolamentato e monitorato per i bambini, mentre il mondo virtuale rimane completamente non protetto. Haidt ci invita urgentemente a invertire questo ordine di priorità.
I Benefici Nascosti e i Costi Reali
È vero che esistono alcuni aspetti positivi nel fatto che gli adolescenti assumano meno rischi fisici. Negli USA si registrano meno incidenti d’auto, meno “fratture legate alle cadute” e un minor consumo di alcol tra i giovani. Questi trend, in declino dagli anni ’90, hanno subito un’accelerazione dal 2010.
Tuttavia, per Haidt questo non rappresenta un miglioramento della salute giovanile. I ragazzi vengono ricoverati in ospedale meno frequentemente presumibilmente perché trascorrono più tempo a casa davanti agli schermi, ma questo non equivale a una vita più sana. Al contrario, Haidt sostiene che i bambini abbiano bisogno di vivere e di essere “contusi” dal mondo fisico per svilupparsi in modo equilibrato.
La Strada Verso il Recupero
Gli argomenti di Haidt sono innegabilmente potenti e le sue richieste di legislazione più rigida e di maggiore responsabilità da parte delle compagnie tecnologiche sono giustificate. L’autore chiede a queste aziende di riconoscere pubblicamente che, come i genitori, hanno un dovere di cura verso i giovani e i più vulnerabili.
Non possiamo permetterci di aspettare prove inequivocabili del danno che smartphone e social media stanno causando ai nostri figli. Quando avremo certezze assolute, sarà troppo tardi sia per i nostri bambini che per la società nel suo insieme.
La Domanda Cruciale
Se ci troviamo di fronte a un esperimento chiaramente fuori controllo, la cosa più saggia e più matura da fare è fermarlo e ricominciare, prima che il disastro diventi irreversibile.
La domanda che ci lascia Haidt è tanto semplice quanto urgente: siamo abbastanza maturi come società per compiere questa scelta, o continueremo semplicemente a “scorrere” verso un finale che non abbiamo la forza di volontà per controllare?
I cervelli della Generazione Z sono stati “ricablati” dal mondo online, ma la speranza di un ripristino alle “impostazioni di fabbrica” dipende dalle scelte che facciamo oggi. Il tempo per agire è ora, prima che un’altra generazione diventi vittima di questo esperimento sociale senza precedenti.